VINI VERI 2025, DA VENTI TANTI AMICI VIGNAIOLI

Assisi, 13 gennaio 2025

Tanti sono passati a trovarci domenica 12 gennaio oltre a Benjamin, Marika e Valerio e i loro vini.
Francesco Marra, Ezio Cerruti, Paolo Veglio, Marta Rinaldi, Marco Crotti di Podere Giardino sono passati da VENTI anche solo per un saluto.
รˆ stata una degustazione informale e amichevole, antipasto della sesta edizione assisana di VINIVERI.
Le regole della casa le solite: zero formalismi, rapporti che si costruiscono al bancone, chiacchiere in libertร , no alle prenotazioni.
Per chi non li conoscesse ecco le nostre note sui nostri ospiti:

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Carso, Prepotto. Vitovska, malvasia, sauvignon per i bianchi, terrano e merlot per i rossi. Dal centro di quella lingua di terra, quel corridoio stretto che infila l’Italia nella mitteleuropa, schiacciato tra le pietre del Carso ed il mare triestino, arrivano i vini di Benjamin, insufflati dal vento salato dell’Adriatico del nord ed i profumi cespugliosi di salvia, timo e aria di quei boschi sassosi. Talmente radicato con questo territorio da costruire una cantina sotterranea, scavata nella pietra, talmente legati i vini a questa pietra da diventarne contenitori. Piรน che vini, racconti e voci, sussurri di vento, terre rosse, mani grosse, occhi liquidi.

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San Pietro di Barbozza, Veneto. Glera, la maggior parte, poi verdiso, bianchetta e poca perera. “E i lo ciร ma prosecchino”. Giร , provate a chiamarlo ‘prosecchino’ davanti a Christian o a Marika se ne avete il coraggio, e vi porteranno a scarpinare di forza sulle rive sopra Valdobbiadene, su pendii alti e ripidi, dove lavorano viti anche centenarie, bitorzolute e gigantesche. Provate a chiamarlo di nuovo ‘prosecchino’ dopo avere assaggiato la cosa piรน lontana da quei pastrocci dolciastri presi distrattamente da uno scaffale della GDO e poi tornate qui, meravigliati, a scoprire quanto la vulgata diffusa del ‘prosecchino’ sia lontana e quanto sia Vino sublime il Prosecco degli Zago.

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Piglio e Labico, Lazio. Cesanese di Affile e passerina. A Piglio, patria del Cesanese e della viticultura Romana insistono i vigneti e gli uliveti nutriti da suoli vulcanici e calcarei e protetti dal sipario del monte Scalambra, primo rilievo importante verso l’Abruzzo. Labico รจ da sempre la sede aziendale, con 4 ettari dedicati agli ortaggi, ai preparati, alle serre di sperimentazione e alla formazione. Qui sorge anche la cantina. Le fermentazioni sono rigorosamente spontanee, al mosto non vengono aggiunti nรฉ nutrienti nรฉ vitamine, ad eccezione di basse dosi di metabisolfito di potassio. Il vino non viene arricchito con nessun additivo, non vengono aggiunti acidi. Le stabilizzazioni e le chiarifiche soprattutto, sono completamente naturali e il vino viene imbottigliato senza lโ€™utilizzo di alcuna membrana filtrante. Oggi, dopo quasi 30 anni di Biodinamica Carlo Noro รจ diventato il punto di riferimento in Italia e non solo per questo approccio agronomico. รˆ anche il maggiore produttore di preparati biodinamici nel Paese.

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Puglia, Salento. Negramaro e primitivo innanzitutto, da declinare in rosso e rosato. Un po’ di malvasia nera, una di quelle mille malvasie che prendono il nome dal porto greco di Monemvasia. Siamo a Ugento, in quella parte di Salento ricca di terre rosse di argilla, ferro e potassio. Rame e zolfo impiegati in caso di necessitร  contro oidio e peronospora, fermentazioni spontanee, follature manuali, maturazioni senza filtrazioni nรฉ chiarifica, zero solfiti aggiunti se non in caso di necessitร . Vini sontuosi, profondissimi e ammalianti, frutta sรฌ, potenza sรฌ, ma anche mineralitร  spiccatissima e pieno controllo della cilindrata, insomma equilibrio e armonia.